LA BATTAGLIA PER LA DIFESA DEL PUBBLICO COME SERVIZIO SOCIALE, COLLETTIVO E POPOLARE È UN PUNTO CENTRALE DELL’ALTRA CITTÀ CHE VOGLIAMO.
Adesso vogliamo che a decidere le priorità sociali di Roma sia invece la gente, siano gli abitanti, i lavoratori, precari, i disoccupati. Per decidere occorre avere proposte alternative alle miserie e ai progetti messi in campo da Comune, Regione, dirigenti, politici, manager e speculatori; occorre essere disposti a sostenerle e a lottare per la loro realizzazione; a resistere davanti alla prepotenza, a riconquistare una democrazia che ci è stata sottratta.
Abbiamo deciso di mettere alla porta coloro che portano la responsabilità delle scelte politiche e amministrative che hanno portato la città allo sbando, le periferie al degrado, che hanno regalato i servizi sociali, le aziende municipali e le esigenze abitative ai gruppi e agli speculatori privati, che sono stati complici della rete di Mafia Capitale.
Su Roma pesa adesso l’ipoteca del commissariamento e i diktat previsti dal DUP (Documento Unico di Programmazione) che impongono privatizzazioni e tagli dei servizi, riduzione delle retribuzioni dei lavoratori, chiusure e sgomberi degli spazi sociali e culturali autogestiti. Ma il DUP è la conseguenza più diretta della logica di “lacrime e sangue” imposta dall’alto – dall’Unione Europea e dal governo – attraverso i vincoli del Patto di Stabilità e dell’obbligo di pareggio di bilancio. Accettando questi vincoli – europei, nazionali, locali – diventa impossibile ogni scelta di investimenti e destinazione di risorse alle esigenze popolari piuttosto che agli interessi delle banche, ai grandi gruppi privati, alle multinazionali.
Noi vogliamo cambiare completamente registro, a cominciare dai nostri quartieri e dalla nostra città.
La Carovana delle Periferie propone al confronto e all’azione comune una sua visione della città, un modello di società, gli strumenti per realizzarle, per porre fine ad una città che riduce le periferie come discarica sociale e riaffermi la piena realizzazione della città di tutti i suoi abitanti, italiani o immigrati che siano.