Venerdì 29 Gennaio Amore tossico 1983
Sabato 30 Gennaio L’odore della notte 1998
Domenica 31 Gennaio Non essere cattivo 2015
I film di Claudio Caligari perlano della periferia di Roma , lo fanno senza filtri restituendoci una visione della realtà importante per riflettere sullo stato attuale dalla città. Roma si presenta sempre più come una città in declino, umiliata da mafia capitale, impaurita dall’antiterrorismo, commissariata forzatamente e dall’alto, calpestata in questi giorni da un Documento Unitario di Programmazione che la impoverisce ulteriormente.
I consumi e gli stili di vita di chi risiede nella capitale cambiano rapidamente e la visione di questi capolavori cinematografici ci aiutano a scoprire la trasformazione a partire dallo sguardo in basso che il regista dedica alle esistenze dei quartieri popolari e ai giovani che li vivono. Lo sguardo che il regista mantiene sulla “città di sotto”, dagli anni 70 ai 90,con grande coraggio e bravura ci saranno di aiuto per interpretare dove stiamo , dove siamo diretti… Una visione obbligatoria per noi che abbiamo scelto di attivarci dal basso, dai quartieri popolari come il Quadraro. Da qui, dobbiamo ricominciare se vogliamo aprire un varco nell’oscurità in cui siamo sprofondati, per avviare un processo di trasformazione e liberazione di una città che si sta perdendo come i protagonisti tragici di questa splendita trilogia di un regista a cui Roma deve un pieno riconoscimento.
Amore tossico
Nel 1983 esce il suo primo lungometraggio, Amore tossico, in cui Caligari firma sia la sceneggiatura (in collaborazione con il sociologo Guido Blumir) sia la regia. Ambientato tra Ostia e la periferia romana, il film, racconta l’insediamento dell’eroina nelle borgate pasoliniane attraverso le vicissitudini di un gruppo di amici tossicodipendenti.La lavorazione di Amore tossico venne preceduta, come sempre accadeva nei progetti del regista, da una lunga fase di preparazione. A partire dalla ricerca del cast che, seguendo l’esempio del neorealismo, secondo le idee di Caligari, doveva assolutamente essere costituito da persone prese dalla strada, senza l’apporto di alcun attore professionista. La stessa sceneggiatura venne poi riveduta e riscritta diverse volte. Con il tempo, infatti, il regista riuscì a stabilire un rapporto di totale fiducia con i protagonisti e la maggior parte dei dialoghi furono corretti e la sceneggiatura modificata quasi parola per parola, in modo da risultare più vera e autentica possibile, grazie ai consigli degli stessi protagonisti e di chi frequentava quel mondo. Amore tossico venne presentato, come opera prima, alla 40ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia del 1983, aggiudicandosi il Premio speciale nella Sezione De Sica, al Film Festival di Valencia dove ottenne il Premio Selezione Speciale ed al Festival di San Sebastian in cui, la protagonista femminile Michela Mioni, vinse il premio per la Migliore interpretazione femminile. Il discreto successo riscosso dal film sembrava quasi presagire una svolta nella carriera di Caligari e invece, a causa di alcune peripezie produttive, Amore tossico venne distribuito nelle sale italiane solo un anno dopo la sua effettiva uscita e in un esiguo numero di copie.
L’odore della notte
Negli anni successivi, Caligari lavora ad una serie di sceneggiature per altrettanti film che, per una serie di circostanze, non riesce comunque a realizzare: “La ballata degli angeli assassini”, “Dio non c’è alla Sanità” (la storia di un prete anti-camorra) e “Suicide special”, una storia di scontro tra bande criminali, in una Roma notturna popolata di balordi, prostitute e travestiti.
Tocca attendere quindici anni per vedere il ritorno dietro la macchina da presa del regista piemontese. È il 1998 quando esce L’odore della notte, film ambientato tra la fine degli anni settanta e gli inizi del decennio successivo, che narra le vicende di una banda di rapinatori provenienti dall’estrema periferia romana e specializzata in colpi messi a segno nei quartieri alti della capitale. Interpretato da Giorgio Tirabassi, Marco Giallini ed Emanuel Bevilacqua, protagonista del film è Valerio Mastandrea.
Tratto da un romanzo di Dido Sacchettoni ed ispirato alla storia realmente accaduta della cosiddetta Banda dell’arancia meccanica, un gruppo di rapinatori che, dal 1979 al1983, gettò nel terrore la Roma-bene, con questo film Caligari cerca in qualche modo di riprendere il discorso avviato dal cinema poliziottesco italiano degli anni settanta, declinato attraverso le ambizioni di ricerca sociale e stilistiche tipiche dell’autore. Il film venne presentato alla Settimana della Critica alla 55ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Non essere cattivo
A febbraio del 2015, Caligari inizia le riprese di Non essere cattivo, film scritto a sei mani con Francesca Serafini e Giordano Meacci ed interpretato da Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D’Amico e Roberta Mattei.[12] Girato ad Ostia, il film è un’ideale continuazione di Amore tossico: una storia di amicizia e caduta negli inferi, nella periferia romana degli anni ’90, tra rapine, droghe sintetiche e la vita quotidiana di un gruppo di giovani di borgata. Non essere cattivo, le cui riprese sono durate sei settimane, è stato fortemente sostenuto e promosso da Valerio Mastandrea, amico del regista che, per l’occasione, si è messo in gioco in prima persona, svolgendo il ruolo di produttore delegato per garantire il ritorno sul set di Caligari. Prodotto da Kimerafilm, Rai Cinema e Taodue, il film è stato presentato fuori concorso alla 72ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Veneziadove ha ottenuto il Premio Pasinetti al Miglior film e al Migliore attore (Luca Marinelli), ricevendo anche un ottimo successo di critica. L’8 settembre 2015, il film è stato distribuito (da Good Films), nelle sale cinematografiche italiane, in circa 60 copie. Il 28 settembre viene designato come film rappresentante il cinema italiano alla selezione per iPremi Oscar 2016, nella categoria per il miglior film in lingua straniera. Non riuscendo, però, a superare l’ultima selezione dell’Academy, la pellicola non è poi stata selezionata per la cinquina finale che si contenderà l’assegnazione del premio.
Malato da tempo, il 26 maggio 2015, a 67 anni, Caligari muore appena terminato il montaggio del suo ultimo film Non essere cattivo.